Il Gioco di Ruolo come strumento terapeutico e formativo

                                                           Collaborazione tra Aliante e UniMoRE, per sperimentare le future dinamiche lavorative

Un’esperienza di apprendimento attivo

Due pomeriggi intensi, tredici studenti universitari e un obiettivo comune: sperimentare in prima persona il gioco di ruolo come strumento per la formazione e la riabilitazione.
Il 15 e il 22 settembre, presso il Campus San Lazzaro di Reggio Emilia, Aliante Cooperativa Sociale – in collaborazione con UniMoRE – ha offerto agli studenti un’occasione unica: vivere dinamiche realistiche che potrebbero incontrare nel loro futuro professionale, all’interno di un contesto sicuro, stimolante e guidato.

 

Dagli operatori delle comunità agli studenti: un percorso che si amplia

Questa proposta nasce da un ciclo formativo avviato nell’ottobre 2024 per gli operatori degli appartamenti e delle comunità alloggio di Aliante. Il filo conduttore era chiaro: il rapporto tra operatore e utente. Grazie a un gruppo di giovani terapisti della riabilitazione psichiatrica –Maria Chiara Reggiani, Arianna Bigi, Elena Rubbi, Gianmarco Finos, coordinati dalla Dott.ssa Francesca Pancani – il progetto si è concretizzato. Dopo ricerche scientifiche, convegni e riflessioni sui temi di motivazione, competenza e lavoro di equipe, si è scelto di introdurre il gioco di ruolo, con il supporto dell’associazione Ludo Labo, per sperimentare concretamente la complessità delle relazioni professionali.


Perché il gioco di ruolo?

l Gioco di Ruolo, o Roleplay Game nasce dall’unione delle caratteristiche principali del Roleplay, cioè spontaneità, immaginazione, immersione/immersività, storia, mimicry, e del Gioco, ossia sfida/agon, alea, bilanciamento e problem solving.

Rispetto al Roleplay, comunemente utilizzato in ambito formativo e terapeutico, nel Gioco di Ruolo il partecipante viene agganciato emotivamente, per mezzo del divertimento e dell’interesse suscitati dal Gioco stesso. La narrazione in cui si troverà immerso, non si esaurirà nella rappresentazione di una singola scena, bensì - potendo quindi sperimentare le conseguenze (positive e negative) delle proprie scelte e di quelle del gruppo - si troverà a vivere direttamente da protagonista, una vera e propria storia. La componente aleatoria che caratterizza la gran parte dei giochi di ruolo inserisce un elemento molto realistico: l’imprevedibilità del mondo circostante. La letteratura e gli studi scientifici ad oggi pubblicati sul Gioco di Ruolo indicano inoltre una predisposizione al potenziamento della cooperazione, di competenze sociali e relazionali, pratiche e di problem solving, dell’empatia. Vengono favorite caratteristiche quali la cooperazione, le competenze sociali, il problem solving, l’empatia e l’autoefficacia. Altri benefici rilevati sono la flessibilità psicologica e la prevenzione della sintomatologia depressiva.

L’esperienza proposta agli operatori, ha avuto esiti positivi al punto da spingere la cooperativa a proporla a studenti universitari e altri settori sempre inerenti alla salute mentale della cooperativa stessa e ad incentivare la preparazione tecnica del gruppo di lavoro.

Obiettivi formativi

L’iniziativa aveva finalità precise:

·       Suscitare nei futuri terapisti della riabilitazione curiosità e interesse verso questo nuovo strumento, incoraggiandoli a esplorarne e diffonderne le potenzialità;

·       Fornire agli studenti un contesto sicuro e protetto, in cui sperimentare in modo guidato le diverse dinamiche relazionali tra operatori e pazienti, favorendo lo sviluppo di competenze comunicative, empatiche e professionali;

·       Offrire alle formatrici l’opportunità di sperimentare il ruolo di game master, sviluppando maggiori competenze nella gestione e nella conduzione del gioco; Gli studenti potranno fornire feedback preziosi sull'esperienza vissuta, contribuendo al miglioramento della proposta formativa.

Il percorso delle giornate

  • Prima giornata: introduzione teorica alla storia e agli usi terapeutici e formativi del gioco di ruolo. Sono stati introdotti i meccanismi, i personaggi e gli strumenti per poter sviluppare il gioco, indispensabili poi per iniziare una vera e propria sessione di gioco, terminata con un momento di debriefing.
  • Seconda giornata: re-immersione dei personaggi al fine dell’analisi degli stessi, attraverso tecniche provenienti dal teatro dell'oppresso, prosecuzione della sessione di gioco precedente, debriefing finale con confronto e discussione plenaria.

 

Risultati

Gli studenti – tra cui anche uno specializzando in psichiatria – hanno accolto con entusiasmo la proposta. In particolare sono emersi:

  • il valore dell’esperienza per allenare capacità di coping e gestione dello stress,
  • la possibilità di comprendere meglio il punto di vista sia dell’operatore che del paziente,
  • l’importanza di estendere questa metodologia anche ad altre figure professionali della salute mentale


Progetti futuri: 

Riguardo ai progetti futuri e sulla base di questa esperienza, il desiderio del gruppo di lavoro è ovviamente quello di poter ampliare la proposta formativa alle realtà che lo richiederanno. Per il 2026 è in programma la partenza di un percorso riabilitativo rivolto all'utenza che afferisce alla salute mentale che utilizzerà il GDR come strumento per raggiungere gli obiettivi prima descritti.